Bari, 9 luglio 2020
Webinar CAR T CELLS: tra presente e futuro dell’immunoterapia
Responsabili scientifici:
dott. Attilio Guarini – Direttore Ematologia e Dipartimento Area Medica IRCCS Istituto Tumori Bari
prof. Pellegrino Musto – Direttore SC Ematologia con Trapianto a Direzione universitaria Policlinico Bari
Le Car T in Puglia, tra presente e futuro. Si è discusso dei processi in corso e di quello che avverrà già nei prossimi mesi sulla “terapia personalizzata” in ematologia il 9 luglio durante il webinar “Car T Cells: tra presente e futuro della immunoterapia” con la responsabilità scientifica del dottor Attilio Guarini (Direttore Ematologia e Dipartimento Area Medica IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari) e del professor Pellegrino Musto (Direttore della Ematologia con Trapianto a Direzione universitaria del Policlinico di Bari), l’organizzazione di Sanitanova e il contributo non condizionato di Gilead.
Car-T è l’acronimo di Chimeric Antigen Receptor T-cell e identifica un “farmaco vivente”, la forma più avanzata di immunoterapia anti-tumorale che si basa su elementi del nostro sistema immunitario, i linfociti T, geneticamente modificati attraverso l’inserimento nel loro Dna di una sequenza genica che li rende capaci di identificare il bersaglio tumore e di attaccarlo.
La cura attraverso le Car-T prevede un prelievo di linfociti T dai pazienti attraverso un processo detto di leucaferesi, una procedura di ingegnerizzazione ed amplificazione di queste cellule che dura dalle 4 alle 6 settimane e una successiva restituzione (reinfusione) al paziente: una volta entrati nel circolo sanguigno, le Car-T sono in grado di riconoscere le cellule tumorali e di eliminarle grazie all’attivazione della risposta immunitaria.
La produzione e la somministrazione di una terapia Car-T pertanto richiede una procedura molto complessa che prevede anche un monitoraggio continuo del paziente. Tra il prelievo e la somministrazione le condizioni devono essere stabili, il paziente deve essere sottoposto a una chemioterapia di “preparazione” ed è indispensabile la capacità di intervento in caso di reazioni avverse, che possono talora essere molto serie, fino a necessitare di ricovero in reparti di terapia intensiva.
Ad oggi la terapia è stata approvata della leucemia linfoblastica B del bambino e per alcune forme aggressive di linfoma non Hodgkin dell’adulto: le Car-T possono essere somministrate a pazienti che hanno fallito i trattamenti convenzionali. Rispetto alle terapie convenzionali, le Car-T permettono di ottenere remissioni complete, talora di lunga durata, anche in fasi di malattia molto avanzate, ma la complessità della cura e i rischi legati alla terapia impongono che i centri autorizzati siamo altamente specializzati.
Sono quattro in particolare i criteri richiesti da AIFA per poter accreditare un centro alla somministrazione di Car-T commerciali (prodotte, cioè, dall’industria farmaceutica): 1) una certificazione rilasciata dal Centro nazionale trapianti e dal Centro nazionale sangue che attesta la rispondenza del Centro trapianti midollo osseo ai requisiti previsti dalle direttive europee; 2) l’accreditamento Jacie 7.0 per il trapianto allogenico; 3) la disponibilità di un’Unità di terapia intensiva e rianimazione; 4) la disponibilità di un team multidisciplinare qualificato per la gestione clinica del paziente e delle sue possibili complicanze.
Nella Regione Puglia al momento sono in corso importanti novità soprattutto organizzative che potranno portare alla possibilità di somministrare nei tempi più brevi possibili le Car-T in centri specializzati, che abbiano expertise e strutture adeguate che rispettino i criteri AIFA e possano anche superare i successivi processi di qualifica previsti dalla Aziende farmaceutiche produttrici.
“Il lavoro che sta facendo il Dipartimento Salute è di supporto e di guida – ha detto Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia – intanto va detto che ci sono centri che hanno già concluso una prima fase di accreditamento come Taranto e altri che la chiuderanno a breve come il Policlinico di Bari mentre sui tavoli ministeriali la Puglia ha candidato l’Istituto Oncologico IRCCS Giovanni Paolo II di Bari come centro “officina” per la produzione delle Car-t”. In Italia, infatti, sono stati stanziati 60 milioni di euro per la realizzazione di 6 centri per la produzione delle Car-T non commerciali e la Regione Puglia ha presentato la propria candidatura.
La complessità del processo di individuazione dei pazienti, di produzione, somministrazione e monitoraggio presuppone poi la presenza di una rete che possa fare da supporto: “La Rete Ematologica Pugliese può già contare su molti anni di esperienza – ha detto Giovanni Gorgoni, Direttore Aress Puglia – è nata nel 2010 e proprio nei mesi scorsi abbiamo deliberato un aggiornamento che strategicamente punta su queste nuove sfide di cura e sulla attivazione di percorsi diagnostici-terapeutici condivisi. Sono certo che questa Rete saprà individuare i percorsi più rapidi, più certi e più sicuri per attivare quanto prima anche nella nostra regione le Car-T”.
“I pazienti pugliesi – ha ricordato Pellegrino Musto, Direttore dell’Ematologia del Policlinico di Bari – attendono con ansia che anche nella nostra regione possano essere disponibili trattamenti innovativi come le CAR-T. Abbiamo già dovuto inviare in altre strutture pazienti eleggibili per tale terapia e questo, oltre che creare estremo disagio ai pazienti e alle loro famiglie, rappresenta un costo rilevante per la Regione. E’ quindi indispensabile che si realizzino i percorsi più velocemente praticabili affinchè si possa essere a breve operativi, anche sotto il profilo delle necessarie autorizzazioni regionali. In questo contesto, l’Ematologia e il Centro Trasfusionale del Policlinico, quest’ultimo appena trasferito nella sua nuova e moderna sede, potrebbero essere pronti già per fine anno e contribuire in maniera significativa a futuri progetti di collaborazione nell’ambito della Rete Ematologica Pugliese”.
“C’è un tema di interesse che va subito affrontato ed è quello relativo alla ricerca – ha detto Attilio Guarini, Direttore dell’Ematologia e del Dipartimento oncologico dell’IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari – Dobbiamo concentrarci sulla possibilità di uso anche nella regione Puglia delle Car-T commerciali, sulla possibilità di autoprodurre in quelle che vengono definire “officine farmaceutiche” e sulla ricerca perché i risvolti potrebbero essere davvero molto stimolanti. Gli sviluppi possibili possono sicuramente essere di interesse”.
A confermare l’interesse sul tema della ricerca è stata anche la professoressa Marilena Tauro, pugliese di origine e ricercatrice al Mofftt Cancer Center di Tampa in USA: “al momento sono in corso studi importanti sull’uso delle Car-T non solo per la cura dei tumori ematologici, anche dei tumori solidi. L’uso delle Car-T è stato avviato negli Stati Uniti nel 2012 e oggi sono molti gli ambiti di intervento sui quali stiamo studiando con risultati già interessanti. Sottolineo però l’importanza del lavoro di gruppo che deve coinvolgere sicuramente tutti gli esperti del settore, ma anche i decisori politici e istituzionali che rispetto a un tema così complesso devono avere un ruolo di guida e di indirizzo”.
L’incontro si è concluso con un appuntamento della Rete Ematologica Pugliese che si è impegnata a costituire un tavolo tecnico per accelerare tutti i processi organizzativi necessari all’attivazione delle Car-T: “ci diamo appuntamento nel breve tempo – hanno detto Guarini e Musto – in maniera tale da segnare i passaggi necessari per individuare i centri che già sono a un buon punto nelle procedure di accreditamento così da poter essere operativi nel più breve tempo possibile.
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