Comunicato Stampa
ADOPT Puglia: focus on gestione e sostenibilità del paziente dislipidemico
In Italia ogni anno si registrano 224mila decessi per patologie cardiovascolari, di questi circa 47mila sono imputabili a un inadeguato controllo dei livelli plasmatici di colesterolo. La presenza di elevati valori di colesterolo contribuisce all’instaurarsi di un processo di alterazione dei vasi strettamente correlato con l’insorgenza di gravi patologie cardio e cerebrovascolari. Di questo e di molto altro si è discusso durante l’evento “Adopt Puglia: focus on gestione e sostenibilità del paziente dislipidemico” organizzato a Bari da Sanitanova con il contributo non condizionante di Daiichi – Sankyo.
“L’ipercolesterolemia è un agente causale dell’arteriosclerosi e tutte le società scientifiche hanno sottolineato nelle linee guida che serve un atteggiamento più aggressivo sul tema – ha sottolineato il dottor Pasquale Caldarola, portavoce del comitato scientifico dell’evento e direttore della Cardiologia del San Paolo di Bari – nonostante la consapevolezza acquisita l’80 per cento dei pazienti non raggiunge il target indicato nelle più recenti linee guida rispetto al valore migliore di colesterolo per la corretta gestione delle patologie cardiologiche. I temi da affrontare sono tanti e riguardano l’aderenza terapeutica, il modello di gestione del paziente cronico cardiopatico, i nuovi farmaci e le nuove possibilità terapeutiche”.
Di nuovi modelli di presa in carico del paziente cronico ha parlato il dottor Vincenzo Gigantelli, Direttore Dipartimento Assistenziale Asl Bari: “siamo alla vigilia di un cambiamento importante rispetto a quanto prevede il PNRR e rispetto a quanto sta progettando la Regione Puglia ma non possiamo pensare che sia solo un cambiamento strutturale, deve essere un cambiamento anche organizzativo – ha sottolineato – i punti focali devono essere la prevenzione, la diagnosi, la valutazione con la corretta stratificazione del paziente e la terapia. Dobbiamo puntare sul coinvolgimento diretto del paziente e delle figure dedite alla cura attorno a lui”.
Di terapie appropriate e sostenibilità ha parlato il professor Francesco Mennini, docente di Economia Sanitaria a Tor Vergata: “I soli costi diretti associabili alle patologie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte, ammontano ogni anno a 16milioni di euro. Di questi l’84 per cento è associabile all’ospedalizzazione, il 3-5 per cento ai farmaci. Dal punto di vista farmacologico il panorama è in grande fermento: l’uso di acido bempedoico in associazione con ezetimibe può generare una riduzione dei costi di 12 milioni di euro nel primo anno, 20 milioni di euro nel terzi anno con risvolti importanti di efficacia per il paziente”.
“Nei pazienti affetti da ipercolesterolemia ad alto e ad altissimo rischio – ha sottolineato il dottor Massimo Grimaldi, Direttore Cardiologia all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti – l’ottimizzazione delle terapie orali in associazione, cioè ezetimibe e acido bempedoico – dopo le statine, potrebbe portare a un numero maggiore di pazienti che raggiungono gli obiettivi di colesterolo, cioè un livello di protezione per le patologie cardiologiche”.
Molto si gioca però sull’aderenza terapeutica, cioè sul rispetto nel tempo dell’assunzione delle dosi di farmaco consigliato e prescritto: “Dobbiamo puntare sulla consapevolezza – ha sottolineato Carlo D’Agostino, Direttore della Cardiologia Ospedaliera del Policlinico di Bari – il paziente cardiopatico deve innanzitutto essere consapevole della propria patologia e delle tante armi che oggi abbiamo a disposizione per gestire correttamente le patologie cardiologiche. Gli studi hanno dimostrato che la sospensione terapeutica è molto pericolosa: il rischio è più alto per chi interrompe la terapia piuttosto che per chi non ha mai preso farmaci. Su questo tema la massima collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale diventa quanto mai preziosa”.
Ufficio Stampa Sanitanova