Se, in questi ultimi anni, il concetto del greenwashing è diventato cardine non solo nel mondo del marketing e della sostenibilità, adesso sta emergendo un fenomeno meno noto, ma non meno rilevante: il green hushing.
Cosa significa green hushing?
Il termine “Greenhushing” è stato coniato dalla società di consulenza Tree Hugger, che ha notato come molte aziende fossero restie a condividere le loro politiche e iniziative sostenibili. Infatti green hushing, letteralmente “Silenzio Verde“, consiste nella non divulgazione da parte di un’azienda, delle proprie iniziative in materia di sostenibilità ambientale. A differenza del greenwashing, che rappresenta una comunicazione ingannevole sulle pratiche sostenibili non veritiere ovvero con una notevole sovraesposizione per tentare di migliorare la brand reputation, il green hushing si distingue per un silenzio strategico su tali iniziative.
Perché le aziende adottano il Green hushing?
Le ragioni che spingono le aziende ad adottare il green hushing sono molteplici e, alla pari del greenwashing, ha ripercussioni sul business e sulla brand reputation.
Una delle motivazioni principali che si nascondono dietro la pratica del green hushing è il timore di poter essere accusati di greenwashing.
Altre cause possono derivare dalla mancanza di una strategia chiara sulla transizione ecologica aziendale, dalla carenza di investimenti e dalla difficile realizzabilità degli obiettivi prefissati ma anche la mancanza di consapevolezza sull’importanza della comunicazione della sostenibilità gioca un ruolo significativo.
Perché il Greenhushing è una tendenza negativa?
Il green hushing rappresenta una tendenza negativa, perchè può ostacolare il progresso delle iniziative e ridurre l’attenzione sulle questioni ambientali.
Chisara Ehiemere, ricercatrice del Stern Center for Sustainable Business dell’Università di New York, infatti dichiara che: “Comunicare in modo credibile obiettivi e progressi può incentivare dipendenti, aziende, comunità ad agire, creando un’opportunità di risoluzione dei problemi ambientali“.
Le aziende che adottano il green hushing perdono l’opportunità di migliorare la propria reputazione e la fiducia dei consumatori sempre più orientati verso acquisti sostenibili.
In merito a questo atteggiamento negativo, una nuova ricerca condotta dalla società di Brand Finance (con headquarter a Londra) in collaborazione con CsrHub e con l’International Advertising Association (Iaa), dimostra come i più grandi marchi stiano perdendo miliardi di dollari di valore potenziale, perché non comunicano adeguatamente i loro risultati e progressi in materia di sostenibilità. E nel momento in cui tale assenza comunicativa viene perpetrata dai grandi nomi, si perde l’effetto traino che potrebbe verificarsi verso le aziende più piccole.
Viceversa, quando le grandi aziende adottano politiche sostenibili, diventano un modello da seguire per le altre imprese del settore, favorendo la creazione di standard per la sostenibilità. Inoltre, i consumatori vengono educati e motivati sui principi della sostenibilità e acquisiscono una maggiore consapevolezza verso la scelta di prodotti e servizi di azienda effettivamente e concretamene impegnate a sostegno della tutela dell’ambiente e delle politiche sociali.
La mancata trasparenza sbarra la strada all’ispirazione e a nuove idee su come essere sostenibili.
Il green hushing ha, inoltre, implicazioni indirette sulla salute dell’uomo.
Essere sostenibili è un percorso che richiede studio, consapevolezza, trasparenza e comunicazione costante.
In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale è in forte aumento e i consumatori sono sempre più orientati verso scelte sostenibili, il green hushing rappresenta un ostacolo significativo sul percorso verso un futuro più verde ed una maggiore crescita aziendale.
Ed è proprio per tale ragione che Sanitanova, avendo promosso con grande convinzione il progetto Green2Green a supporto delle politiche ambientali e di responsabilità sociale, ha scelto la strada della comunicazione e della trasparenza, senza omertà né ostentazione, confidando nella contaminazione delle scelte altrui grazie con i propri principi di sostenibilità e responsabilità.
A cura di Donatella Bruno – Responsabile del Progetto Green2Green
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